PAGAMENTO CONTRIBUTO ADDIZIONALE DELLO 0,5% SUI RINNOVI DEI CONTRATTI A TERMINE

Con i contributi in scadenza al 16 ottobre 2019 (di competenza settembre 2019), molte aziende dovranno pagare all’INPS gli arretrati relativi al contributo addizionale dovuto sui rinnovi dei contratti a tempo determinato (per rinnovo si intende la stipula di un nuovo contratto a termine con lo stesso lavoratore).

Vediamo di cosa si tratta.

L’anno scorso a luglio 2018, il cosiddetto “Decreto Dignità” ha previsto che, in caso di rinnovo del  contratto a tempo determinato, i datori di lavoro debbano pagare uno 0,50% in più sui contributi previdenziali.

Sino ad oggi la norma non ha potuto essere applicata perché mancava la circolare dell’INPS, che è stata emanata pochi giorni fa (circolare INPS 121 del 6.9.2019).

Con i contributi in scadenza ad ottobre saremo, quindi, in grado di regolarizzare la posizione contributiva di quei datori di lavoro che hanno effettuato rinnovi dei contratti a termine dopo il 14 luglio 2018 (data di entrata in vigore del Decreto Dignità). Il contributo dello 0,50%, infatti, è dovuto da luglio 2018, ma solo da ottobre 2019 potrà essere versato.

Ricordiamo anzitutto che chi stipula un contratto a tempo determinato paga già un contributo aggiuntivo dell’1,40%.

L’INPS ha adesso dato le istruzioni per applicare l’ulteriore aumento dello 0,50% nel caso in cui il contratto a termine venga rinnovato, precisando che ad ogni rinnovo di contratto di lavoro a tempo determinato, ovvero di somministrazione a tempo determinato, l’incremento dello 0,50% si sommerà a quanto dovuto in precedenza a titolo di contributo addizionale.

Ad esempio, nel caso in cui un contratto a tempo determinato venga rinnovato per tre volte, il datore di lavoro interessato dovrà corrispondere il contributo addizionale secondo le seguenti misure:

  • contratto a termine originario: 1,40%;
  • 1° rinnovo: 1,90% (1,40% + 0,50%);
  • 2° rinnovo: 2,40% (1,90% + 0,50%);
  • 3° rinnovo: 2,90% (2,4% + 0,50%)

Il contributo addizionale dello 0,50% non si applica però ai seguenti casi:

a. lavoratori assunti con contratto a termine in sostituzione di lavoratori assenti;

b. lavoratori assunti a termine per lo svolgimento delle attività stagionali di cui al D.P.R. n. 1525/1963;

c. apprendisti;

d. lavoratori dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del D.lgs n. 165/2001 e successive modificazioni.

Attenzione: il problema del contributo dello 0,50%  si pone in particolare per i contratti stagionali.

Solo i contratti stagionali che rientrano nel campo di applicazione del DPR 1525/1963 non dovranno pagare il contributo dell’1,40% e quello dello 0,50% per il rinnovo.

Tutti gli altri contratti stagionali (esempio i contratti stipulati per attività stagionali previste dai contratti collettivi, anche aziendali) saranno invece soggetti al contributo dell’1,40% e dello 0,50% in caso di rinnovo.

Questo vale anche per i contratti del settore marittimo.

In definitiva, ad ottobre chi ha rinnovato contratti a termine dopo il 14.7.2018 dovrà versare gli arretrati all’INPS.

Ricordiamo comunque che sia il contributo dell’1,40% che quello dello 0,50% vengono restituiti dall’INPS se il datore di lavoro converte il contratto a tempo indeterminato oppure assume a tempo indeterminato lo stesso lavoratore entro 6 mesi dalla scadenza del rapporto a termine.