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BUONI SPESA E CARBURANTE 2023

Il fringe benefit (= retribuzione in natura) è una regalia, un plus rispetto alla normale retribuzione, che il datore di lavoro decide di concedere ai lavoratori con lo scopo di integrare il compenso dei dipendenti, ma non vi è obbligato.

Il vantaggio per il datore di lavoro nel concedere questa regalia, è che quello che spende il datore di lavoro va direttamente nelle tasche del dipendente, perchè è esente da imposte Irpef e da contribuzione previdenziale. Allo stesso modo, il Fringe Benefit non costituisce reddito per il lavoratore che lo percepisce.

Il fringe benefit può essere un bene (cellulare, tablet non ad uso aziendale, auto ad uso promiscuo, polizze accese per i dipendenti) oppure – il più utilizzato – un buono regalo (buono spesa del supermercato, buono Amazon o buono da spendere in qualsiasi altro negozio convenzionato, altro buono benzina).

Nel 2023 il legsilatore ha previsto – almeno per il momento – che i datori di lavoro possano erogare:

1) Bonus carburante

In base all’art. 2 del DL 21.3.2022 n. 21 e al DL 14.1.2023 n. 5 non concorre alla formazione del reddito di lavoro dipendente l’importo del valore di buoni benzina o analoghi titoli ceduti da datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti per l’acquisto di carburanti, nel limite di 200 euro per lavoratore (cfr. circ. Agenzia delle Entrate 14.7.2022 n. 27). Il bonus carburante potrà essere assegnato senza alcuna formalità e potrà essere erogato anche al singolo lavoratore e non necessariamente a generalità dei dipendenti o a categorie di essi.

Attenzione : In fase di conversione del decreto Legge n. 5/2023, è stata esclusa l’esenzione contributiva dai buoni carburante.  L’erogazione dei 200 euro sarà quindi esente solo fiscalmente ma non da un punto di vista contributivo.

2) Fringe benefit 258,23 euro

Dal 2023 il plafond individuale torna ai 258,23 euro per beni o servizi prevista dall’articolo 51, comma 3 del Testo Unico delle Imposte sul reddito.

In sostanza, fino a dicembre 2023 il datore di lavoro può erogare beni e servizi ai propri dipendenti di valore inferiore o pari a 258,23 euro senza che questi costituiscano retribuzione. Inoltre questi possono essere riconosciuti anche al singolo lavoratore come trattamento “ad personam”.

Si ricorda che se il valore dei beni e servizi in questione sarà superiore al suddetto limite, lo stesso concorrerà interamente a formare il reddito (cfr. circ. Agenzia delle Entrate n. 59/2008, § 16).

Il bonus carburante si cumula alla generale esenzione di 258,23 euro, e costituisce un benefit ulteriore, diverso e autonomo, rispetto ai fringe benefit con la conseguenza che i beni e i servizi che il datore di lavoro potrà erogare ai propri dipendenti nel periodo d’imposta 2023 potranno raggiungere un valore complessivo di 458,23 euro, di cui euro 200 per uno o più buoni benzina ed euro 258,23 per l’insieme dei fringe benefit (cfr. Circ. n. 27/E/2022 e Circ. n. 35/E/2022).



Comunicazione annuale per i lavoratori somministrati ex art 36 co.3 D.lgs 81/2015

Gentili clienti,

ricordiamo che entro il 31 gennaio 2023 le aziende che hanno utilizzato, nel corso dello scorso anno, lavoratori in somministrazione dovranno comunicare i dati dei relativi contratti stipulati nel 2022 alle RSA (rappresentanze sindacali aziendali) oppure alle RSU (rappresentanza sindacale unitaria), se presenti in azienda, oppure, in mancanza, agli organismi territoriali di categoria delle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

I dati che devono essere inseriti nella comunicazione sono:

  • il numero dei contratti di somministrazione di lavoro conclusi;
  • la durata dei contratti;
  • il numero e la qualifica dei lavoratori utilizzati. Non viene richiesta l’indicazione del nome dei lavoratori somministrati, ma solo il dato numerico.

Ricordiamo che l’art. 40, co 2, decreto legislativo n. 81/2015 prevede, in caso di mancato o non corretto assolvimento dell’obbligo comunicativo, una sanzione amministrativa pecuniaria da 250,00 a 1.250,00 euro.

Vi invitiamo pertanto, in caso abbiate utilizzato lavoratori somministrati, a contattare le Agenzie per il Lavoro da cui avete ricevuto tali lavoratori.

A disposizione per ulteriori chiarimenti, porgiamo cordiali saluti.

SOSPENSIONE ATTIVITA’ IMPRENDITORIALE IN CASO DI LAVORO NERO E VIOLAZIONI IN TEMA DI SICUREZZA

L’art. 14 del Dlgs 81/2008, così come modificato dal DL 146/2021, ha previsto la sospensione dell’attività imprenditoriale per quei datori di lavoro che occupano almeno il 10% dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro senza preventiva comunicazione obbligatoria (quindi lavoratori “in nero”) ovvero che abbiano commesso gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro ((Allegato I del D.Lgs. 81/2008).

Sospensione dell’attività imprenditoriale per lavoro irregolare: sono considerati lavoratori irregolari:

a) quelli occupati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro;

b) quelli inquadrati come lavoratori autonomi occasionali in assenza delle condizioni richieste dalla normativa. Ricordiamo che, dal 21 dicembre 2021, è obbligatorio inviare all’Ispettorato del Lavoro, tramite mail o sms, la comunicazione preventiva obbligatoria contenente

  • dati del committente e del prestatore;
  • luogo della prestazione;
  • sintetica descrizione dell’attività;
  • data inizio prestazione e presumibile arco temporale entro il quale potrà considerarsi compiuta l’opera o il servizio (ad es. 1 giorno, una settimana, un mese);
  • ammontare del compenso, qualora stabilito al momento dell’incarico.

Sospensione dell’attività imprenditoriale per violazione delle norme di sicurezza: Le gravi violazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro che possono costituire presupposto per l’adozione del provvedimento di sospensione sono individuate nell’Allegato I al DLgs. 81/2008 così come di seguito indicate, con le relative sanzioni:

  • Mancata elaborazione del DVR : sanzione € 2.500,00
  • Mancata elaborazione del piano di emergenza e di evacuazione : sanzione € 2.500,00
  • Mancata formazione ed addestramento (es mancata esibizione della documentazione che attesta la partecipazione dei lavoratori ai corsi di formazione sulla sicurezza: Il provvedimento di sospensione va adottato solo quando è prevista la partecipazione del lavoratore sia ai corsi di formazione sia all’addestramento): € 300,00 a lavoratore
  • Mancata costituzione del servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativo responsabile: € 3.000,00
  • Mancata elaborazione piano operativo di sicurezza (POS): € 2.500,00
  • Mancata fornitura del dispositivo di protezione individuale contro le cadute dall’alto: € 300,00 a lavoratore
  • Mancanza di protezioni verso il vuoto: € 3.000,00
  • Mancata applicazione delle armature di sostegno, fatte salve le prescrizioni desumibili dalla relazione tecnica di consistenza del terreno: € 3.000,00
  • Lavori in prossimità di linee elettriche in assenza di disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi: € 3.000,00
  • Presenza di conduttori nudi in tensione in assenza di disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi: € 3.000,00
  • Mancanza protezione contro i contatti diretti ed indiretti (impianto di terra, interruttore magnetotermico, interruttore differenziale): € 3.000,00
  • Omessa vigilanza in ordine alla rimozione o modifica dei dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo: € 3.000,00
  • Mancata notifica all’organo di vigilanza prima dell’inizio dei lavori che possono comportare il rischio di esposizione all’amianto: € 3.000,00

Considerata la gravità della sanzione (sospensione dell’attività imprenditoriale) Vi invitiamo a contattare chi Vi segue sulla sicurezza sul lavoro per verificare di essere in regola con gli adempimenti in materia di tutela della salute e della sicurezza e di non essere incorsi in alcuna delle violazioni previste dall’allegato I del Dlgs 81/2018.

PROROGA TRASMISSIONE E CONSEGNA CERTIFICAZIONI UNICHE – CU

Pubblichiamo il comunicato apparso sul sito del MEF il 13 marzo 2021

Ministero dell’Economia e delle Finanze
Ufficio Stampa

Comunicato n. 49

In arrivo la proroga per la conservazione delle fatture elettroniche 2019 e per la trasmissione telematica e consegna della Certificazione Unica


Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che nel decreto ‘Sostegni’ attualmente in corso di redazione verrà prevista la proroga dei termini per la conservazione delle fatture elettroniche relative al 2019 e di quelli per la trasmissione telematica e la consegna della ‘Certificazione Unica’.
In particolare, la prima misura consentirà agli operatori di avere tre mesi in più per portare in conservazione le fatture elettroniche del 2019. La proroga in via di definizione tiene conto del fatto che l’adempimento in oggetto costituisce una novità nel panorama delle scadenze tributarie, in quanto l’obbligo di fatturazione elettronica nelle operazioni tra privati è stato introdotto a decorrere dalle operazioni effettuate il 1° gennaio 2019, per cui è la prima volta che occorre procedere alla conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche emesse e ricevute nel periodo d’imposta.
Vengono così accolte le richieste degli operatori del settore impegnati nella gestione dei numerosi adempimenti connessi alle misure straordinarie varate dal Governo per far fronte alla grave crisi economico-sociale causata dalla pandemia che si sono aggiunti alle scadenze ordinariamente
previste dal nostro sistema tributario.
In secondo luogo, verranno differiti al 31 marzo 2021 i termini di trasmissione telematica della “Certificazione unica” all’Agenzia delle entrate e di consegna della stessa agli interessati. La medesima proroga al 31 marzo 2021 sarà prevista anche per l’invio da parte degli enti esterni (banche, assicurazioni, enti previdenziali, amministratori di condominio, università, asili nido, veterinari, ecc.) all’Amministrazione finanziaria dei dati utili per la predisposizione della dichiarazione precompilata.

In virtù di questo slittamento, l’Agenzia delle entrate metterà a disposizione dei cittadini la dichiarazione precompilata il 10 maggio 2021, anziché il 30 aprile.
Di seguito un prospetto riepilogativo, nel quale sono riportati i nuovi termini relativi alla ‘Certificazione Unica’ (con l’indicazione anche delle vecchie scadenze).

Prospetto riepilogativo

Adempimento
Scadenze 2021
(ante modifica)
Scadenze 2021
(post modifica)
Comunicazioni enti esterni (banche,
assicurazioni, enti previdenziali,
amministratori di condominio,
università, asili nido, ecc.)*
16 marzo31 marzo
Trasmissione telematica
Certificazione Unica all’Agenzi
16 marzo31 marzo
Consegna Certificazione Unica ai
percipienti
16 marzo31 marzo
Messa a disposizione della
dichiarazione precompilata
30 aprile10 maggio
*Resta invariato il termine per l’invio dei dati delle spese sanitarie al Sistema Tessera
Sanitaria (già scaduto l’8 febbraio 2021)

Roma, 13 marzo 2021

EMERGENZA CORONAVIRUS

Gentili Clienti

Unisco le indicazioni della Fondazione dei Consulenti del Lavoro sui comportamenti da seguire con il proprio personale dipendente in questi giorni di emergenza per il Coronavirus: http://www.consulentidellavoro.it/files/PDF/2020/FS/Approfondimento_FS_24022020_Coronavirus.pdf (qui il link della circolare).

Stiamo invece attendendo le iniziative che, ci auguriamo, il Governo e la Regione Veneto mettano in campo a breve per sostenere le aziende, soprattutto quelle del comparto del turismo.

Nel frattempo ricordiamo che le aziende del Terziario, che non sono soggette al campo di applicazione della cassa integrazione, ma che occupano più di 5 dipendenti possono ricorrere all’intervento del FIS (Fondo di integrazione salariale). Quest’ultimo eroga le seguenti prestazioni:

          Le aziende che occupano più di 5 dipendenti, ma meno di 15, possono richiedere  l’ASSEGNO DI SOLIDARIETA’ se stipulano accordi collettivi aziendali che stabiliscono una riduzione dell’orario di lavoro, al fine di evitare o ridurre le eccedenze di personale ;

          Le aziende che occupano più di 15 dipendenti possono richiedere invece sia l’ASSEGNO DI SOLIDARIETA’ che l’ASSEGNO ORDINARIO che è una sorta di cassa integrazione.

NOVITA’ 2020

NOVITA’ 2020

Gentili clienti

di seguito trovate alcune delle novità più significative per il 2020.

Esonero contributivo under 35

Le assunzioni di giovani con età fino a 34 anni e 364 giorni, in possesso dei requisiti richiesti (il giovane non deve essere stato occupato a tempo indeterminato con lo stesso o con altro datore di lavoro, ma può aver avuto in precedenza eventuali periodi di apprendistato svolti presso un altro datore di lavoro e non proseguiti in rapporto di lavoro a tempo indeterminato), effettuate nel 2020, potranno usufruire dell’agevolazione contributiva del 50% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, nel limite massimo di importo pari a 3.000 euro su base annua, pari al limite massimo di euro 250 mensili, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL, per un periodo massimo di trentasei mesi

Buoni pasto elettronici fino ad 8 euro

Dal 1° gennaio 2020 sono cambiati gli importi di esenzione riguardanti i buoni pasto, con netto favore nei confronti dei ticket elettronici. Infatti :

• la soglia di esenzione dei buoni pasto cartacei scende da 5,29 a 4 euro;

• la soglia di esenzione dei buoni pasto elettronici sale da 7 a 8 euro.

Ricordiamo inoltre che:

–          per il datore di lavoro il costo dei buoni pasto è sempre interamente deducibile dal reddito di impresa a prescindere dal valore dei singoli buoni;

–          i buoni che hanno un valore superiore agli 8 euro per i ticket elettronici e ai 4 euro per i buoni cartacei sono imponibili per la parte eccendente la soglia di esenzione;

–          come più volte chiarito dall’Agenzia delle Entrate, i buoni pasto devono essere concessi alla generalità dei dipendenti o categorie di dipendenti. Per categorie di dipendenti si intendono tutti i dipendenti di un certo tipo (ad esempio, tutti i dirigenti, o tutti quelli di un certo livello o una certa qualifica).

Le indennità sostitutive delle somministrazioni di vitto corrisposte agli addetti ai cantieri edili, ad altre strutture lavorative a carattere temporaneo o ad unità produttive ubicate in zone dove manchino strutture o servizi di ristorazione, restano esenti fino all’importo complessivo giornaliero di euro 5,29.

Apprendistato

Incentivi relativi ai contratti di apprendistato:

– i datori di lavoro che occupano meno di 9 addetti, sono totalmente esonerati dal versamento dei contributi previdenziali per i contratti di apprendistato di primo livello (contratto di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale stipulato con giovani che hanno una età compresa tra i 15 e i 25 anni) per i primi 36 mesi del rapporto. Occorre essere in regola con le norme sul “de minimis”, vale a dire non bisogna aver ricevuto Aiuti di Stato per importi superiori a 200.000;

– per l’apprendistato professionalizzante è applicabile lo sgravio del 50% dei contributi dovuti per i 12 mesi successivi in caso di prosecuzione a tempo indeterminato del rapporto di apprendistato. In questo caso, l’agevolazione decorre dal primo mese successivo a quello di scadenza dell’ulteriore beneficio contributivo previsto in caso di qualificazione al termine del periodo di apprendistato (12 mesi successivi al termine del periodo di apprendistato).;

Assunzione di beneficiari di reddito di cittadinanza

I datori di lavoro che assumono, con contratto subordinato a tempo pieno e indeterminato, un beneficiario del reddito di cittadinanza hanno diritto all’esonero dal versamento dei contributi previdenziali nel limite dell’importo mensile del Reddito di cittadinanza spettante al lavoratore all’atto dell’assunzione.

Auto ad uso promiscuo

Dal 1° luglio 2020, il calcolo dei fringe benefit per le auto concesse in uso promiscuo ai dipendenti cambierà completamente rispetto alle attuali regole.

Regola attuale: per auto, moto e ciclomotori concessi in uso promiscuo ai dipendenti è considerato reddito, e quindi tassato, il 30% dell’importo pari alla percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri annui, calcolato in base al costo chilometrico di esercizio desumibile dalle tabelle dell’ACI.

Nuove regole: Si applicano ai mezzi a motore di nuova immatricolazione, concessi in uso promiscuo con contratti stipulati a decorrere dal 1° luglio 2020 e sono state pensate per premiare le auto più ecologiche e punire quelle più inquinanti.

Fermo restando l’attuale modalità di calcolo (percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri calcolata sulla base del costo chilometrico ACI, al netto delle somme eventualmente trattenute al dipendente), si assumono le seguenti percentuali:

25% per i veicoli con valori di emissione di CO2 fino a 60g/km;

30% per i veicoli con valori di emissione di CO2 superiori a 60g/km ma non a 160g/km;

40% per i veicoli con valori di emissione di CO2 superiori a 160g/km ma non a 190g/km;

50% per i veicoli con valori di emissione di CO2 superiore a 190g/km.

Inoltre, fermo restando le percentuali sopra indicate per i veicoli con emissioni di CO2 sino a 160g/km, a decorrere dal 2021, per gli altri veicoli ci sarà un ulteriore incremento e precisamente

– 50% per i veicoli con valori di emissione di CO2 superiori a 160g/km ma non a 190g/km;

– 60% per i veicoli con valori di emissione di CO2 superiore a 190g/km.

Congedo di paternità

E’ prorogato per tutto il 2020 il congedo obbligatorio di paternità̀, con una durata che aumenta a sette giorni. Inoltre, il padre ha la facoltà di astenersi per un ulteriore giorno di congedo facoltativo, in accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest’ultima.

MOD F24: Ritenute in appalti e subappalti

La Legge 157/2019 ha previsto che i committenti (sostituti di imposta residenti in Italia: società, cooperative; professionisti; condomini; imprenditori individuali; curatore fallimentare) che affidano il compimento di un’opera o più di un’opera di importo complessivo annuo superiore a 200.000 euro a un’impresa, tramite contratti di appalto (con determinate caratteristiche che vedremo), sono obbligate a richiedere all’impresa appaltatrice copia dei MOD F24 attestanti il versamento delle ritenute fiscali, relative alle retribuzioni pagate ai lavoratori impiegati in quello specifico servizio oggetto dell’appalto.

Questa previsione si traduce nell’obbligo per le aziende, che sono impegnate in appalti di valore superiore a 200.000 euro, a versare le ritenute fiscali relative alle retribuzioni corrisposte ai lavoratori impiegati in quel determinato appalto con un distinto MOD F24. In sostanza queste imprese non potranno più utilizzare un singolo MOD F24 per il versamento delle ritenute di tutti i lavoratori dell’azienda, ma dovranno utilizzare tanti MOD F24 quanti sono i committenti con cui hanno stipulato contratti superiori a 200.000 euro.

L’Agenzia delle entrate con la risoluzione 108 del 23 dicembre 2019 ha precisato che la nuova normativa si applica alle ritenute operate a decorrere dal mese di gennaio 2020 (e, quindi, relativamente ai versamenti eseguiti nel mese di febbraio 2020 – MOD F24 in scadenza al 17 febbraio), anche con riguardo ai contratti di appalto, affidamento o subappalto stipulati in un momento antecedente al 1° gennaio 2020.

QUALI SONO GLI APPALTI INTERESSATI DALLA NUOVA NORMATIVA

Sono coinvolte nellla nuova normativa le imprese che hanno stipulato contratti di appalto / subappalto/ affidamento di opere o servizi con queste caratteristiche:

  • compimento di un’opera o più opere o di uno o più servizi di importo complessivo annuo superiore a euro 200.000, tramite contratti di appalto, subappalto o affidamento a soggetti consorziati. ES: un appaltatore che nel gennaio 2020 acquisisce un appalto del valore di € 170.000 (quindi escluso dalla normativa in commento) e successivamente (ad esempio mese di giugno 2020), acquisisce, dallo stesso committente, un nuovo appalto di € 40.000, è obbligato ad applicare le nuove disposizioni sulle ritenute;
  • prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi di attività del committente. I servizi ad alta intensità di manodopera sono quelli nei quali il costo della manodopera è pari al 50% dell’importo totale del contratto;
  • utilizzo di beni strumentali di proprietà del committente o ad esso riconducibili in qualunque forma.

VERSAMENTO DELLE RITENUTE

L’impresa che rientra nella casistica sopra descritta è tenuta a versare le ritenute (Irpef e addizionali) sulle retribuzioni dei lavoratori impiegati nell’appalto, con distinte deleghe per ciascun committente, senza possibilità di compensazione.

I lavoratori impiegati nell’appalto non sono solo i lavoratori dipendenti, ma anche coloro ai quali sono corrisposti redditi assimilati a quello del lavoro dipendente (es i collaboratori coordinati e continuativi).

OBBLIGHI SUCCESSIVI AL PAGAMENTO DEL MODELLO F24

Entro i cinque giorni lavorativi successivi alla scadenza del versamento (normalmente fissata al 16 del mese, fatta eccezione per il mese di agosto il cui termine si sposta al giorno 20), l’impresa appaltatrice o affidataria e le imprese subappaltatrici devono trasmettere al committente e, per le imprese subappaltatrici, anche all’impresa appaltatrice:

  • le deleghe del MOD F24 attestanti il versamento delle ritenute operate al personale impiegato nell’appalto/subappalto;
  • un elenco nominativo di tutti i lavoratori, identificati mediante codice fiscale, impiegati nel mese precedente direttamente nell’esecuzione di opere o servizi affidati dal committente, con il dettaglio delle ore di lavoro prestate da ciascun percipiente in esecuzione dell’opera o del servizio affidato;
  • l’ammontare della retribuzione corrisposta al dipendente collegata a tale prestazione;
  • il dettaglio delle ritenute fiscali eseguite nel mese precedente nei confronti di tale lavoratore, con separata indicazione di quelle relative alla prestazione affidata dal committente.

OBBLIGHI DEL COMMITTENTE

Qualora l’impresa appaltatrice o affidataria oppure le imprese subappaltatrici non abbiano trasmesso al committente le deleghe di pagamento e le informazioni, ovvero risulti l’omesso o insufficiente versamento delle ritenute fiscali rispetto ai dati risultanti dalla documentazione trasmessa, il committente:

– deve sospendere, finché perdura l’inadempimento, il pagamento dei corrispettivi maturati dall’impresa appaltatrice o affidataria sino a concorrenza del 20 per cento del valore complessivo dell’opera o del servizio ovvero per un importo pari all’ammontare delle ritenute non versate rispetto ai dati risultanti dalla documentazione trasmessa;

– deve dare comunicazione entro 90 giorni all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente;

In tali casi, l’impresa appaltatrice o affidataria non può esercitare azioni esecutive finalizzate al soddisfacimento del credito il cui pagamento è stato sospeso, fino a quando non sia stato eseguito il versamento delle ritenute.

E’ comunque ammesso l’istituto del ravvedimento operoso per sanare l’omesso o insufficiente versamento delle ritenute fiscali.

SANZIONI

Nel caso in cui il Committente non ottemperi agli obblighi previsti (cioè non chieda all’appaltatore/subappaltatore le deleghe di pagamento oppure non sospenda il pagamento dei corrispettivi all’appaltatore e alle imprese subappaltatrici, nei casi di inadempienze da parte di quest’ultimi oppure ancora non effettui la segnalazione all’A.E) è obbligato al pagamento di una somma pari alla sanzione irrogata all’impresa appaltatrice o affidataria o subappaltatrice per la violazione degli obblighi di corretta determinazione delle ritenute e di corretta esecuzione delle stesse, nonché di tempestivo versamento, senza possibilità di compensazione.

DIVIETO DI COMPENSARE CREDITI

Il provvedimento stabilisce anche che è vietato alle imprese appaltatrici/subappaltatrici, destinatarie delle nuove norme, di avvalersi dell’istituto della compensazione quale modalità di estinzione delle obbligazioni relative a contributi previdenziali e assistenziali e premi assicurativi obbligatori, maturati in relazione ai dipendenti direttamente impiegati nell’esecuzione dell’opera o del servizio.

Questa esclusione opera con riguardo a tutti i contributi previdenziali e assistenziali e ai premi assicurativi maturati nel corso della durata del contratto.

POSSIBILITA’ DI ESSERE ESCLUSI DALLA NUOVA NORMATIVA

Il Legislatore prevede che le imprese appaltatrici, affidatarie o subappaltatrici in possesso di specifici requisiti possano richiedere al committente l’esclusione dall’applicazione dalla nuova disciplina, allegando specifica certificazione.

La certificazione viene rilasciata dall’Agenzia delle Entrate alle imprese che posseggono cumulativamente i seguenti requisiti:

a) l’impresa deve essere in attività da almeno 3 anni, in regola con gli obblighi dichiarativi e aver eseguito, nel corso dei periodi d’imposta cui si riferiscono le dichiarazioni dei redditi presentate nell’ultimo triennio, complessivi versamenti registrati nel conto fiscale per un importo non inferiore al 10% dei ricavi o compensi risultanti dalle dichiarazioni medesime;

b) non debbono risultare iscrizioni a ruolo o accertamenti esecutivi o avvisi di addebito affidati agli agenti della riscossione per imposte sui redditi, IRAP, ritenute e contributi previdenziali per importi superiori ad euro 50.000 per i quali i termini di pagamento risultino scaduti (salvo rateazioni non decadute).

Questi requisiti devono essere posseduti nell’ultimo giorno del mese precedente a quello della scadenza mensile del versamento di imposte, fra cui ritenute fiscali, contributi e altre somme di cui all’art. 18, comma 1, D. Lgs. n. 241/1997.

N.B. A decorrere dal 1° gennaio 2020, è possibile chiedere all’Agenzia delle Entrate la certificazione dei requisiti di cui sopra. La certificazione – che è una specie di DURC fiscale che qualcuno ha già battezzato DURF – ha validità di quattro mesi dalla data del rilascio.

Es prendendo come riferimento gennaio 2020:

1) la delega per il pagamento delle ritenute fiscali scadrà il 17 febbraio 2020;

2) le deleghe F24 di avvenuto pagamento dovranno essere consegnate al committente entro sabato 22 febbraio 2020 (salvo che l’Agenzia delle Entrate non posticipi il termine al 24 febbraio 2020);

3) i requisiti per ottenere il DURF dovranno essere posseduti alla data del 31 gennaio 2020.

RICHIESTE DELLO STUDIO TRINCA

Qualora rientriate nella nuova normativa Vi chiediamo:

  1. di verificare con il commercialista se possedete i requisiti per chiedere la certificazione all’Agenzia delle Entrate (il DURF);
  2. nel caso in cui non possiate ottenere il DURF, di comunicarci il codice fiscale del soggetto committente da indicare nel MOD F24 e l’elenco dei lavoratori direttamente impiegati nell’esecuzione dell’opera o del servizio, il numero delle ore lavorate da ciascun lavoratore, specificando se sono stati impiegati solo in quell’appalto oppure anche in altri.

CONCLUSIONE

La nuova normativa non è di facile applicazione. Auspichiamo che, in tempi brevi, giungano precisazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate per consentire alle aziende di operare correttamente.

Certificazione Unica 2020 redditi 2019

Gentili clienti,

in riferimento ai redditi anno 2019, i sostituti d’imposta devono trasmettere in via telematica all’Agenzia delle Entrate, entro il prossimo 7 marzo 2020, le certificazioni relative ai redditi di lavoro dipendente, ai redditi di lavoro autonomo e ai redditi diversi, da rilasciare ai percipienti entro il prossimo 31 marzo 2020.

È data facoltà ai sostituti d’imposta di suddividere il flusso telematico inviando le certificazioni dati lavoro dipendente ed assimilati separatamente dalle certificazioni dati lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi.

In riferimento a questa duplice possibilità Vi invitiamo a restituire, entro il più breve termine possibile, il presente modello firmato in calce barrando con una crocetta l’incarico che scegliete di affidare allo studio:

  • TRASMISSIONE CU 2020 PER LE SOLE COMUNICAZIONI DATI CERTIFICAZIONI LAVORO DIPENDENTE.
  • TRASMISSIONE INTEGRALE CU 2020 (DIPENDENTI + LAVORATORI AUTONOMI ED EVENTUALI REDDITI DIVERSI).

  • Vi chiediamo cortesemente di restituirci il modello allegato compilato, e, qualora abbiate optato per l’opzione 2 di Trasmissione integrale CU 2020, di inviare a stretto giro la documentazione necessaria a predisporle seguendo le seguenti istruzioni.

DOCUMENTAZIONE DA CONSEGNARE ALLO STUDIO IN CASO DI INCARICO ALLA TRASMISSIONE INTEGRALE DELLA CU 2020
(DIPENDENTI + LAVORATORI AUTONOMI ED EVENTUALI REDDITI DIVERSI).

In riferimento alla Certificazione Unica relative a soggetti a cui sono stati corrisposti nell’anno 2019 le seguenti tipologie di reddito:

  1. redditi di lavoro autonomo ai sensi dell’art. 53 del TUIR (derivanti dall’esercizio di arti e professioni),
  2. redditi diversi di cui all’art. 67, comma 1, del TUIR (es.: plusvalenze),
  3. provvigioni, anche occasionali, inerenti a rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione, di rappresentanza di commercio e di procacciamento d’affari nonché provvigioni di vendita a domicilio, 
  4. ritenute su corrispettivi dovuti dal condominio all’appaltatore;
  5. indennità corrisposte per la cessazione dei contratti di agenzia
  6. redditi relativi a contratti di locazione di unità immobiliari ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni.

La Certificazione Unica 2020 deve essere utilizzata anche per attestare l’ammontare dei compensi di cui sopra corrisposti nel 2019 alle persone fisiche che applicano i regimi agevolato/forfettario o ai contribuenti minimi, che quindi non hanno subito ritenute alla fonte su tali compensi.

Vi chiediamo di farci avere entro e non oltre la data del 10 febbraio 2020  il riepilogo delle ritenute d’acconto ed eventuali contributi INPS per percipiente (si tratta della “scheda compensi a terzi” da chiedere al commercialista), all’indirizzo mail rachele@studiotrincaassociato.com.

31 GENNAIO SCADE L’OBBLIGO DI COMUNICAZIONE DEI LAVORATORI SOMMINISTRATI

Il 31 gennaio 2020 scade il termine per l’invio della comunicazione annuale obbligatoria da parte delle aziende che hanno utilizzato, nel corso del 2019, lavoratori in somministrazione.

Di regola la comunicazione viene effettuata dalle Agenzie di Somministrazione. Tuttavia l’obbligo di inviare la comunicazione è in capo all’azienda utilizzatrice, con la conseguenza che se la comunicazione non è stata ancora effettuata dall’Agenzia di Somministrazione, l’azienda utilizzatrice dovrà inviare la comunicazione – tramite raccomandata con ricevuta di ritorno oppure posta elettronica certificata (PEC) – alle rappresentanze sindacali aziendali, ovvero alla rappresentanza sindacale unitaria o, in mancanza, agli organismi territoriali di categoria delle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

L’inadempimento dell’obbligo comunicativo o eventuali errori di comunicazione sono puniti con una sanzione amministrativa da 250,00 a 1.250,00 euro.

 Trovate qui un fac- simile del modello da utilizzare per la comunicazione Fac-simile della comunicazione annuale sindacati per somministrazione dove sono indicati i dati da comunicare:
· il numero dei contratti di somministrazione di lavoro conclusi;
· la durata dei contratti di somministrazione di lavoro conclusi.
· il numero e la qualifica dei lavoratori utilizzati.